Da un po’ di tempo si è iniziato a sentir parlare di BTCU. Ma cos’è BTCU? In breve: una fork di Bitcoin che verrà lanciata a breve, con l’intento di risolvere i problemi di congestione del network. Dato il successo di precedenti fork di Bitcoin (BCH e BSV, nato da una costola di BCH), in molti guardano con interesse a BTC. In questo articolo spiegheremo cos’è BTCU, come funzionerà l’airdrop e se sia un progetto interessante.
Cos’è BTCU? Una spiegazione tecnica
La prima cosa da fare è spiegare cos’è BTCU dal punto di vista tecnico. Bitcoin Ultimatum è una futura fork di Bitcoin, che mira ad imitare Ethereum e che sarà basata su LPoS e PoA, consentendo quindi una grande capacità transazionale e con una certa segretezza nelle transazioni.
BTCU è una fork di Bitcoin
BTCU è una fork di Bitcoin perché è creata a partire dal suo codice. Si aggiunge quindi a BCH e BTG (qui abbiamo parlato più nel dettaglio delle varie fork di Bitcoin). Inoltre, BTCU ha annunciato che i token verranno distribuiti a coloro che posseggono Bitcoin, 1:1. Ciò significa che per ogni Bitcoin in possesso si riceverà gratuitamente un’unità di BTCU.
L’airdrop di BTCU ovviamente dipende dal fatto che il wallet / exchange su cui i Bitcoin si trovano supporti la fork. Per ora l’unico grande nome coinvolto è l’exchange Coinsbit -che sembra anche far parte in qualche modo del progetto-, ma la storia ci insegna che gli exchange sono generalmente molto contenti di accogliere le varie fork.
BTCU mira ad imitare Ethereum
Il primo punto che mi fa storcere il naso: BTCU è una fork di Bitcoin, ma in realtà è molto più affine a Ethereum. Infatti, il progetto prevede la possibilità di supportare gli smart contracts e le dApps. Questo è prerogativa di un ecosistema (come Ethereum) e non di una coin (come Bitcoin), che è interessata solo a permettere il trasferimento di denaro.
In questo senso, mi pare che il nome BTCU sia più una gimmick, un tentativo di essere associati alla cryptomoneta più famosa, quando in realtà condividono ben poco della visione di Bitcoin.
BTCU è basato su LPoS e PoA
Uno dei concetti su cui sembrano martellare di più sul loro sito è che il PoW è deleterio per l’ambiente, e quindi BTCU preferirà un approccio basato su LPoS per il mining e PoA per la validazione dei blocchi.
- LPoS (Leased Proof of Stake) è un concetto molto affine a quello di PoS, Proof of Stake. In sostanza, i blocchi sono creati da chi staka (immobilizza) il token, anzichè tramite calcoli complessi e costosi. (La differenza tra LPoS e PoS è che gli utenti prestano i loro token al nodo, anzichè essere loro i nodi).
- PoA (Proof-of-Authority) è un concetto relativamente nuovo, adottato da un progetto piuttosto di successo come Polkadot (se vuoi saperne di più su Polkadot, ne parliamo qui). Nela PoA, i validatori -ovvero coloro che accettano o rifiutano una transazione- sono scelti a priori, anzichè essere utenti anonimi è casuali come nel caso di PoW e PoS. Il vantaggio della PoA è che rende di fatto impossibile attacchi del tipo double spending; lo svantaggio è la centralizzazione della rete. Una pugnalata per chiunque (come me) consideri la decentralizzazione come l’elemento fondamentale delle blockchain.
BTCU offrirà segretezza
In questo articolo, il team spiega che sarà possibile effettuare transazioni anonime quando si vorrà: sarà sufficiente convertire BTCU in zBTCU, per impedire il tracciamento di queste operazioni.
Cos’è BTCU? I vantaggi
Ci sono alcuni vantaggi innegabili nel progetto.
- La capacità della rete. Se Bitcoin ha una capacità tra le 3 e le 7 transazioni per secondo, il sito di BTCU ne annuncia 200, e fino a 10.000 a regime. Questo è sicuramente molto importante, e riduce le commissioni di sistema in modo rilevante. Abbiamo parlato qui di come commissioni alte e capacità bassa siano i due problemi fondamentali di Bitcoin.
- La sicurezza del network. La centralizzazione rende de facto impossibile attacchi del tipo double spending o 51%, rendendo il network molto resiliente.
Cos’è BTCU? Gli svantaggi
- La centralizzazione. Anche per chi non sia interessato alla decentralizzazione da un punto di vista etico, una blockchain centralizzata presenta rischi e aspetti negativi. Un esempio? La denuncia della SEC contro Ripple. I progetti centralizzati hanno un maggior rischio di finire sotto la lente delle autorità finanziarie (e, a mio parere, a ragione).
- La mancanza di valore aggiunto. Se voglio LA cryptomoneta scelgo Bitcoin. Se cerco smart contracts e dApps, Ethereum. Se voglio trasferire economicamente, Litecoin o un altro token con commissioni bassissime. Perchè dovrei voler usare BTCU?
- BTC ed ETH crescono. Bitcoin sta sviluppando il Lightning Network (cos’è il Lightning Network?), che permetterà l’esecuzione di transazioni off-chain e l’abbattimento delle fees. Ethereum sta lavorando a ETH2.0, che nel giro di un paio d’anni marcherà il passaggio a PoS e -in teoria- risolverà i problemi di congestione della rete. Se questi due progetti prenderanno piede, BTCU non avrà a mio parere senso di esistere.
- La segretezza? Si accennava sopra come sarà possibile effettuare transazioni con zBTCU in maniera anonima. Non mi è chiaro come questo sia possibile -una blockchain si basa su un ledger di transazioni, come se ne potrebbe oscurare solo una parte? Le privacy coin come Monero sono costruite attorno a questa segretezza, ma l’approccio ibrido di BTCU non mi convince.
Conclusione: cos’è BTCU? Vale la pena seguirla?
In questo articolo ho spiegato cos’è BTCU. La mia opinione, come penso si intuisca, è negativa. E’ un progetto che usa il brand Bitcoin come specchietto per le allodole, mentre in realtà si allontana molto da BTC sia tecnicamente che filosoficamente. La centralizzazione e la manzanca di un reale punto di forza mi rendono personalmente scettico.
Allo stesso tempo -è un airdrop! Farò quindi il possibile per ottenere BTCU, e manterrò questo articolo aggiornato con date e passaggi necessari per ricevere questo aidrop.
Disclaimer: il contenuto dell’articolo è un’opinione, e ha unicamente fini informativi. Non intende fornire consulenzia finanziaria di alcun tipo. Consulta un professionista certificato per ottenere consulenza finanziaria.