Cos’è Kadena (KDA)? In breve: una blockchain, costruita su un meccanismo di Proof-of-Work e ispirata da Bitcoin, che ambisce a garantire una grande quantità di transazioni per secondo (fino a mezzo milione), utilizzando varie blockchain interconnesse tra loro. Secondo questa visione, si risolverebbe il problema della lentezza e costosità di Ethereum.
Ovviamente non è tutto oro quello che luccica: ci sono importanti sfide che Kadana deve superare per stabilirsi come riferimento. L’industria degli ecosistemi, o meglio delle alternative ad Ethereum, è già affollatissima e non è facile farsi vedere. Vediamo più nel dettaglio cos’è Kadena, e come vuole ottenere il suo scopo di spodestare Ethereum nel mondo degli ecosistemi blockchain.
Cos’è Kadena? Un’introduzione
Cominciamo dall’inizio. Kadena è una blockchain. E’ stata fondata da due persone che di blockchain ne sanno abbastanza (Stuart Popejoy e Will Martino, entrambi per anni nella banca d’investimento JP Morgan a dirigerne la branca blockchain). Tra i membri del team anche Stuard Haber, nel mondo della crittografia da decenni e citato da Satoshi nel whitepaper scritto nel 2008. Insomma, un team sicuramente valido e dall’ottima reputazione.
Dal punto di vista più tecnico, Kadena è una blockchain che si ispira pesantemente all’idea di Bitcoin. Fondamentalmente, vogliono tornare alla Proof-of-Work, che considerano l’unica vera possibilità di decentralizzazione, preferibile a PoS e PoA. (La centralizzazione o meno delle varie tecnologie è un tema dibattuto, e dico la mia in questo articolo). Ovviamente, però, la PoW ha degli evidenti limiti tecnologici, che rendono le sue transazioni molto costose; questo è in particolare evidente in Ethereum. La creazione di smart contracts porta a un peso difficile da sostenere, e alla rapida saturazione della rete.
Qui l’innovazione di Kadena: effettuare il braiding, ovvero l’intrecciamento, di varie blockchain. Bitcoin infatti è limitata a una sola blockchain, che deve aggregare ciascun nuovo blocco in modo sequenziale, rendendo difficilmente scalabile la tecnologia. Proprio per questo il BItcoin Lightning Network ambisce a snellire la rete spostando alcune transazioni al di fuori dei blocchi.
Nell’idea di Kadena, arrivano a mettere assieme 20 catene distinte. In questo modo, dichiarano di poter supportare un picco di 480.000 transazioni per secondo, rispetto alle 13 (!) di Ethereum, e almeno un ordine di grandezza più di Visa. Ciascun blocco si collega al precedente della sua blockchain, e al blocco precedente di un numero definito di altre blockchain. In questo modo, ad esempio, se si intrecciano 10 catene, è sufficiente che ciascun blocco sia collegato ad altri 3 in 3 catene distinte per coprire tutte le blockchain (invece che a 10, uno per catena, che diventa ridondante e rallenta -ovvero rende più costoso- l’utilizzo della blockchain).
Kadena utilizza come linguaggio di programmazione Pact che è stato sviluppato ad hoc (da loro, o da qualcuno a loro correlato, sembra). Ci tengono a specificare ovunque nel loro sito che è un linguaggio estremamente sicuro e nato con la blockchain come obbiettivo.
Queste informazioni sono rielaborate dai vari whitepaper presenti sul sito di Kadena, e reperibili a questo indirizzo.
KDA, il token di Kadena, è tokeconomics
Come dicevamo, Kadena attinge a piene mani dalla filosofia Satoshiana. Tanto nella PoW e nel desiderio di raggiungere la decentralizzazione, quanto nella struttura fondamentale del token. Inoltre ci mettono un pizzico di Ethereum, dato che -ovviamente- nel 2021, tutti vogliono NFT e DeFi, e una semplice coin non è più interessante da sviluppare.
Il token KDA ha pertanto un’offerta limitata a una cifra specifica (1 miliardo), che verrà raggiunta tra 100 anni circa. Il team ha modificato nel tempo le percentuali distribuite nel corso del tempo (in particolare, rendendo più piatta la curva). Nell’idea iniziale, infatti, il modello assomigliava più a quello di Bitcoin, con una distribuzione molto alta all’inizio e che rapidamente andava a dimezzare.
C’è, nell’articolo su Medium che ho condiviso come fonte del grafico, un caveat che mi sento di sottolineare.
Kadena reserves the right to further modify, decrease or increase the platform emission schedule in the future for what Kadena believes is in the best interests of the platform, Kadena, and the ecosystem
Ovvero: il team si riserva il diritto di modificare le ricompense per il mining, secondo quello che loro considerano il miglior interesse della blockchain.
A mio parere, la bellezza della tokeconomics di Bitcoin è precisamente che nessuno la può modificare: è lì, piaccia o non piaccia, ogni 4 anni ci becchiamo l’halving. Se non ti piace, fatti la tua hard fork e competi per l’attenzione con il token più grande al mondo. Qui, invece, c’è un forte elemento di centralizzazione. Ma al di là della centralizzazione (che alla fine è un elemento soggettivo), c’è instabilità. Chi ci dice che i cambiamenti da parte del team siano effettivamente nel miglior interesse della blockchain?
Ad ogni modo, il prezzo di KDA sta correndo parecchio.
Cos’è Kadena? Discussione
Cos’è Kadena, in breve? Una buona idea, ma come tutte le buone idee esposta a rischi e problemi.
PRO Di Kadena
- TPS potenziale molto elevato, che è una caratteristica fondamentale di qualsiasi blockchain voglia aggredire un mercato così competitivo come quello degli ecosistemi blockchain (ossia Ethereum)
- Team di grande spessore. Personalmente, considero il team un elemento fondamentale per un progetto. Garantisce, certo, che sanno quello che fanno; ma più importante, dà al progetto la reputazione per potere raccogliere fondi sul mercato, e per attrarre talento e applicazioni di alto livello
- Decentralizzazione delle transazioni. Almeno in teoria: la PoW è sicuramente la tecnologia più decentralizzata ad oggi. Per quanto i mining pool spesso raggiungano percentuali inquietanti.
CONTRO di Kadena
- Competizione feroce. Ethereum è lì da anni. Non vi piace? Ci sono decine di protocolli alternativi che ambiscono a essere lo standard degli smart contracts: Solana, Cardano, BSC per dire i tre più conosciuti.
- Tecnologia rischiosa. L’idea del braiding è interessante. Come lo è anche lo sharding di NEAR Protocol. La cosa che le accomuna: sono idee nuove, e in quanto tali meno testate, e dunque più rischiose. Costruireste un DEX su una tecnologia appena uscita?
- Decentralizzata per davvero? Come abbiamo visto nella sezione su KDA, il team si riserva il diritto di aggiustare l’inflazione a suo piacimento. Possiamo considerare realmente decentralizzato un progetto con questa clausola?
Cosa tiriamo via da questa piccola analisi? E’ sicuramente un progetto molto interessante e da tenere d’occhio. Come tutti i progetti molto ambiziosi, però, presenta un forte rischio di fallire. E specialmente, a mio parere, sarà difficile per loro avere la massa critica sufficiente per avere la varietà di protocolli che girano su Ethereum, o anche su BSC. Non so se condivido la scelta di un linguaggio di programmazione differente: è davvero la cosa giusta? Vogliamo realmente continuare a creare interfacce che non si possano parlare tra loro? Da questo punto di vista concordo con la scelta di Binance Smart Chain, che viceversa ha scelto la compatibilità con Ethereum.
A me sembra che ciascuna di queste blockchain cerchi di reinventare la ruota, con lo scopo di attrarre e trattenere a forza gli sviluppatori nel loro campo.
Conclusione
In questo articolo ho provato a raccontare cos’è Kadena (KDA). E’ un dei progetti che ha generato più hype in questo autunno, e sicuramene ha un team e un’idea valide. Tuttavia, l’assalto ad Ethereum (e all’esercito di alternative che stanno nascendo) mi sembra veramente un’impresa disperata per chiunque.
Dal punto di vista filosofico mi trovo parzialmente d’accordo con Kadena: decentralizzazione, PoW, uno sguardo al passato. Ci sono però alcuni punti che mi trovano in disaccordo.