Bitcoin è meglio dei titoli di stato inglesi. Questo il titolone del Financia Times dell11 Ottobre 2022, corredato da un grafico che va verso il basso e mostra poco o niente.
Al di là dei titoloni, cosa significa?
In questo articolo, Robin Wigglesworth mostra (in un grafico che non copio per evitare problemi legali) la relazione tra la duration di un bond inglese con scadenza molto lontana (2073). Fondamentalmente, si nota come il prezzo di Bitcoin sia sceso quest’anno del 67%, mentre la duration del bond del 78%.
Il concetto di duration è piuttosto complesso in finanza. In soldoni, per quanto riguarda il prezzo di un bond, è una misura del cambio del prezzo (e conseguentemente del rendimento). Si passa dallo 0.5% al 4.2%.
Ma cosa significa?
Un bond aumenta il suo rendimento per alcuni motivi: l’economia di quel Paese peggiora; la valuta di quel Paese peggiora; l’inflazione aumenta. (Ce ne sono altri).
L’economia inglese è un disastro. Brexit, problemi alla supply chain, covid, la crisi politica, una generale mancanza di fiducia nei mercati finanziari. Di conseguenza, i suoi bond diminuiscono di prezzo (aumentando quindi in valore).
Osservando gli stessi dati per gli Stati Uniti, si nota come l’andamento sia simile, anche se non con la stessa intensità: qui si nota come da gennaio 2022 ad ora, il rendimento di titoli protetti dall’inflazione sia passato da -0.5% a 1.7%.
La duration di titoli di stato è correlata al prezzo. Il prezzo di un bond infatti scende quando il suo rendimento aumenta. È però vero che la maggior parte degli investitori che acquista un titolo di stato non lo fa per speculare, ma per ricevere un rendimento costante nel tempo.
Il fatto che il prezzo di un bond indicizzato all’inflazione sia sceso così tanto non significa che il mercato consideri BTC come un buon investimento. Significa che il mercato ha molta paura della solvibilità del Regno Unito, e/o del suo valore come valuta sui mercati internazionali nel futuro.
Bitcoin batte i titoli di stato?
Bitcoin nasce per offrire un’alternativa alle valute nazionali. Nello specifico, e pur non essendo questo l’obbiettivo immaginato da Satoshi, è visto come un asset in grado di proteggere dall’inflazione. Per disegno, infatti, la quantità in circolazione di BTC è limitata, mentre le valute nazionali sono controllate in modo liberale dalle banche centrali.
Non ho personalmente mai avuto troppo interesse in questo aspetto di BTC. Che ripeto, pur celebrato dai Bitcoin maxi, non è lo scopo originario della cryptovaluta.
Allo stesso tempo, è significativo che un articolo del genere venga scritto dal Financial Times.
Non cambia di una virgola il mio pensiero, ma è interessante.
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