Il futuro di LUNA e UST è un grosso punto di domanda. Dopo essere precipitati entrambi la settimana scorsa, scivolando in quella famigerata death spiral, è naturale piangere sul latte versato; ma più importante ancora è provare a capire cosa succederà adesso. E per quanto ci siano solo ipotesi sul futuro di LUNA e UST, proviamo ad esplorarle, per capire cosa potrà seguire al più grande crollo nella storia delle cryptomonete.
Aggiornamento: la fork con airdrop del nuovo token è stata confermata. Ecco il post che ne parla.
Un riassunto dell’accaduto
Terra Luna è (o era?) un ecosistema costruito attorno a una stablecoin algoritmica, UST, e a un token, LUNA, che fungeva da incentivo e disincentivo alla creazione di UST. La teoria era che UST avrebbe mantenuto l’equivalenza con il dollaro in base a un sistema di burn e mint. Questo modello si differenzia dalle stablecoin tradizionali come USDT, USDC e anche DAI, ed è puramente teorico.
Luna aveva mostrato una crescita parabolica, dovuta a vari fattori. Tra loro, l’esistenza di un ecosistema di app decentralizzate estremamente valido, oltre a una community molto unità attorno alla carismatica e arrogante figura del fondatore, Do Kwon. E all’esistenza di un protocollo, Anchor, che offriva un tasso di interesse teoricamente garantito del 20%.
In seguito a quello che alcuni hanno definito come attacco, e che altri come la naturale conseguenza di un modello insostenibile alla sua stessa base, UST ha perso l’equivalenza con il dollaro. C’è stata una corsa verso l’uscita, che ha portato al minting di una quantità enorme di LUNA per assorbire la perdita di valore. Il deflusso di capitale è stato troppo grande, e ha portato al fallimento (che sembra ora ufficiale) del progetto. Parliamo più nel dettaglio dei fatti che hanno portato alla morte di LUNA in questo articolo.
Il futuro di Luna e UST: v2 o rimborso
Qual è ora il futuro di LUNA e UST?
Il fallimento del protocollo è un unicum nella storia delle cryptomonete. Per la sua dimensione (prima della caduta, la capitalizzazione di mercato combinata dei due asset era superiore ai 30 miliardi). E anche perché, in base a quanto è trasparito fino ad ora, non sembra trattarsi di rug pull: sembra l’onesto fallimento di un’idea.
Ci sono varie possibilità su quanto possa in futuro succedere. Le implicazioni del futuro di Luna sono innanzitutto legali: la direzione che verrà presa dal team sarà il frutto di consultazioni lunghe e complesse con i loro avvocati. A mio parere, esistono due fondamentali direzioni in cui si può andare: provare a creare una versione 2.0 del protocollo, oppure rimborsare per quanto possibile chi aveva i token.
È infatti noto che la Luna Foundation abbia comprato parecchi Bitcoin in passato, 80.000 in totale stando a quanto riporta CoinDesk. Per un controvalore ad oggi di circa 2 miliardi e mezzo. Non è chiaro, come vedremo, quanti di questi Bitcoin siano ancora in possesso della Luna Foundation.
Il futuro di LUNA e UST: versione 2
La prima opzione che Luna ha a disposizione è provare a lanciare una versione rivista e corretta. Ovviamente, per fare questo è necessario interrogarsi sull’opportunità di basarsi nuovamente su una stablecoin algoritmica. UST, come è stata disegnata, ha infatti dimostrato di non essere affidabile.
Ci sono almeno 2 possibili modi per lanciare questa seconda versione. Uno è stato proposto da Do Kwon, l’altro è ventilato da CZ (Amministratore Delegato di Binance) tra gli altri.
La proposta di Do Kwon è di creare un nuovo token, abbandonando UST e LUNA e tutto il concetto di stablecoin algoritmica. Il suo ragionamento è che esiste valore nelle dapp e nella community, e che questo valore possa essere restituito a chi ha perso (spesso tutti i propri risparmi) nel crollo della versione corrente.
Secondo la sua proposta, questo nuovo token verrebbe offerto tramite airdrop: 40% a chi aveva LUNA prima del tracollo, 40% a chi aveva UST prima del tracollo, 10% a chi ha acquistato LUNA prima dell’arresto della rete. Questa proposta ha l’ambizione di ricreare l’ecosistema, e la speranza che i token non vengano istantaneamente venduti.
Dall’altra parte, CZ tra gli altri ha proposto di usare tutti i fondi a disposizione della Luna Foundation per comprare LUNA, e provare a recuperare l’equivalenza con il dollaro.
Il grosso problema dietro questa proposta è che non è chiaro quanti BTC siano a disposizione della Luna Foundation. Degli 80.000 che erano stati acquistati, una parte è probabilmente stata venduta per provare a sostenere l’equivalenza tra UST e dollaro. Non è ancora stato annunciato quanto, e dato che l’operazione è stata completata da market maker (ovvero, da exchange) non è verificabile sulla blockchain.
Il futuro di LUNA e UST: Rimborso
L’altra proposta per il futuro di LUNA e UST che ha preso piede è stata fatta da un utente sul forum di Terra Luna, questo è il link. In base a questa proposta, si propone che i BTC (probabilmente) ancora in possesso della Luna Foundation vengano venduti, e che chi aveva UST prima del crollo riceva una somma pari a quanto ha perso in un’altra stablecoin, USDC.
Questa seconda possibilità è affine al concetto di bancarotta per una società, che ha l’obbligazione di rimborsare i propri creditori e poi investitori. Dato che è evidente che non tutti potranno essere rimborsati, l’autore del thread suggerisce di rimborsare unicamente chi aveva UST (che era teoricamente sicuro, mentre LUNA aveva un prezzo variabile per definizione), ed escludendo i 1000 wallet più ricchi.
Questa proposta va ovviamente incontro al favore di molti. Escludendo pochi super ricchi, si riuscirebbe a rimborsare la grande quantità di chi ha perso qualcosa. È però problematica per motivi legali: è rischioso per una società scegliere in modo arbitrario quali investitori e creditori privilegiare, e la esporrebbe molto probabilmente a class action e azioni legali infinite che bloccherebbero la restituzione dei fondi.
Il silenzio di Do Kwon
Mentre il futuro di LUNA e UST viene deciso, in molti hanno notato un fatto interessante: il creatore di Terra Luna ha praticamente smesso di postare tweet. Lui che in passato aveva adottato uno stile abrasivo, sarcastico e arrogante. L’unico post realizzato in questi giorni parla della sua proposta per come ricreare l’ecosistema.
La ragione per questo silenzio stampa è con ogni probabilità legale. Ora che la salvezza di LUNA è compromessa, i suoi avvocati gli hanno probabilmente consigliato estrema cautela. Affermazioni anche in buona fede possono avere gravi conseguenze. Possiamo ad esempio ricordare uno dei tweet condivisi durante la crisi, in cui annunciava che altro capitale era in arrivo per sostenere UST.
Un tweet del genere può sospingere un investitore a prendere una decisione (che, in questo caso, sarebbe stata estremamente negativa per lui).
E il silenzio di Do Kwon è particolarmente rumoroso perché in passato è stato una figura cruciale per il successo del suo ecosistema; e nel futuro di LUNA (che potrebbe esistere o meno), non è chiaro quale possa essere la sua posizione.
Conclusione
Il crollo di LUNA ha avuto conseguenze molto negative per tanti investitori, grandi e piccoli. Questo non è altro che l’ennesimo richiamo: non investire mai più di quanto si è disposti a perdere. A maggior ragione in asset volatili, e ancora di più in qualcosa di affascinante ma sperimentale come le stablecoin algoritmiche.
Molti exchange permettono ancora lo scambio di LUNA e UST. Come ricordato dallo stesso CZ, il fatto che sia possibile farlo non significa che abbia senso.
Disclaimer: il contenuto dell’articolo è un’opinione, e ha unicamente fini informativi. Non intende fornire consulenzia finanziaria di alcun tipo. Consulta un professionista certificato per ottenere consulenza finanziaria.