Investire in crypto: cosa bisogna considerare?

Attenzione, attenzione, attenzione: questo articolo non vuole consigliare a nessuno di investire in crypto, nè vuole sottovalutare la rischiosità di questo tipo di investimento. L’unico scopo è discutere il concetto di investimento, e in che modo questo si applica al mondo dei token.

Investire (soprattutto in crypto) significa dimenticarsi del capitale

Innanzitutto, è importante chiarire cosa si intende per investimento. C’è infatti molta confusione sul tema che porta spesso a decisioni dettate dal nervosismo e dall’istinto, più che dalla strategia. Investimento in termini finanziari è il vincolamento di una somma di denaro nel medio termine: almeno 3-5 anni. In senso schietto, investire significa comprare un asset e dimenticarsene per qualche anno. Se io compro con l’intenzione di vendere dopo qualche ora, giorno, mese, non sto investendo, sto facendo trading. Se io compro con l’intenzione di vendere dopo 5 anni e mi trovo costretto a vendere dopo un mese per spese che non avevo considerato, non stavo investendo, ma stavo prendendo una decisione di pancia con soldi che non avevo a mia disposizione.

Questo porta alla prima regola fondamentale dell’investimento, che -ironicamente- somiglia molto alla prima regola nel gioco d’azzardo: mai investire soldi di cui non si possa fare a meno. Prendere la decisione di immobilizzare un capitale per un periodo di tempo di 3-5 anni significa che io non avrò bisogno, con certezza praticamente assoluta, di quei soldi in quel periodo. Significa che se il mio investimento si azzera, non avrò problemi economici. Significa che ho già dei soldi in banca per coprire spese ordinarie, straordinarie e imprevedibili. Un investimento sono soldi “inutili”: anche se non li ho a disposizione o li perdo, il mio tenore di vita non ne soffriranno.

Molti si fanno attrarre dalla prospettiva di guadagni facili, e decidono di “investire” senza una strategia, senza un capitale, senza le conoscenze, senza poterselo permettere. Durante la bolla del 2017, in molti stavano investendo soldi presi a prestito. Questa è una strategia assolutamente suicida. E’ azzardo, niente più niente meno. In molti comprano Bitcoin a un prezzo che considerano basso per rivenderlo a un prezzo che considerano alto. Ancora una volta: non è investimento, è trading. Investire significa dimenticarsi di quell’attivo per qualche anno, non farsi condizionare dal mercato. Per dirla in cryptomonetese: HODL.

Rendimento di un investimento.

Un investimento è quindi l’immobilizzazione di un capitale con il fine di ricavarne un guadagno economico. Ci sono tanti tipi di investimenti, ma in tutti casi il concetto è simile: se io accetto di rinunciare a x soldi e accollarmi il rischio di perderli, voglio una remunerazione. Questa remunerazione prende la forma di dividendi e capital gain (azioni), interessi (obbligazioni), capital gain e basta (oggetti da collezionismo, cryptomoneta), affitto e capital gain (immobili) e via discorrendo. Come regola generale, più rischioso è un investimento e più alto sarà il rendimento preteso dall’investitore. Per questa ragione i titoli di stato, considerati molto sicuri, hanno rendimento prossimo allo zero (a volte inferiore!), mentre le azioni hanno un rendimento medio superiore al 10% e le cryptomonete potenzialmente molto di più.

Che rendimento cercare? Dipende molto dall’economia, dal paese, dalla valuta; in generale, però, si considera che un investimento a rischio basso come le obbligazioni di un’impresa solida dovrebbero offrire un rendimento tra il 5 e il 7%. Investire pretendendo di raddoppiare i propri soldi in un anno espone a schemi di ponzi e altre truffe, dato che i soldi non li regala nessuno.

Un investimento (ragionevolmente) sicuro dovrebbe pretendere almeno il 5% di rendimento, e non sperare in più del 7%.

Se parliamo di investimenti in economie più deboli rispetto a quelle europee o americana, il rendimento sale: il rischio paese e l’inflazione più elevata permettono guadagni maggiori a fronte di rischi maggiori. Se un investitore potesse scegliere tra investire in due aziende perfettamente identiche che offrono rendimenti identici ma una negli Stati Uniti e l’altra in un paese del terzo mondo, va da sè che sceglierebbe quella degli Stati Uniti: il mercato provvederà a riequilibrare la differenza, abbassando il rendimento dell’asset americano e aumentando l’altro, raggiungendo un nuovo equilibrio accettato da tutti.

Investire in crypto: portfolio management

Avendo chiarito la distinzione (fondamentale!) tra trading e investimento, passiamo ora al tema crypto. E’ possibile investire in crypto.

Assumendo che una persona decida di investire, quanti soldi deve iniziare a considerare di immobilizzare? Quanti mettere in crypto e quanti in asset più sicuri? Quanti in bitcoin e monete affermate, e quanti in ICO o token più rischiosi e quindi potenzialmente redditizi?

Queste domande formano il cuore della strategia di investimento, e la risposta varierà per forza di cose in base all’avversione al rischio del singolo. Alcune persone saranno disposte ad accettare un rischio maggiore di perdere tutto per vedere guadagni molto importanti; altri preferiranno investire la maggior parte dei loro soldi in titoli solidi, e mettere solo quache spicciolo in investimenti rischiosi come crypto.

Quanto investire?

Partiamo dalla prima domanda. Le cryptomonete hanno costi di transazioni molto ridotti: si paga in percentuale sull’acquisto e vendita, e NON si pagano somme fisse per transazioni nè si richiedono volumi minimi per iniziare a investire. Ad esempio, qui parlo di Coinbase, un ottimo punto di partenza che ad oggi ha costi di commissione dello 0,50%: se si comprano 100 euro in bitcoin, si pagano 50 centesimi di commissioni. Viceversa, per potere investire in azioni o obbligazioni è quasi sempre necessario passare per una banca e ci sono barriere all’ingresso più importanti. Si può quindi investire in crypto anche solo 10 euro, o iniziare con una cifra ridotta e poi aumentarla.

Quanto investire in crypto?

Le cryptomonete sono un asset per definizione estremamente volatile, data la giovinezza del mercato. Infatti è davvero difficile attribuire un valore ai token, e questo crea una gran volatilità nel loro prezzo. Una persona che investa 100% del capitale immobilizzato in crypto, è più uno speculatore che un investitore. Tendenzialmente, l’investimento in cryptomonete dovrebbe rappresentare una percentuale limitata del totale, ed essere complemento a investimenti più sicuri come obbligazioni e titoli di stato.

Quanto in bitcoin?

La categoria crypto è rischiosa; all’interno di questa categoria, però, ci sono token molto rischiosi o poco rischiosi. Bitcoin, seguito da ethereum e ripple, tende ad essere il più sicuro. Questi token sono affermati, conosciuti e riconosciuti. E’ improbabile che il loro valore precipiti (per meglio dirlo, è meno probabile che questo succeda rispetto ad altri token; bisogna essere specifici, parlando della rischiosità delle cryptomonete). Buttarsi su un ICO, viceversa, può potenzialmente dare ritorni di 2, 3, 10 volte l’investimento: è quasi impossibile che la stessa cosa succeda con Bitcoin, proprio per via della sua maggior maturità in senso relativo.

La cosa positiva di crypto è che si può investire anche meno di un euro in un token. E’ molto facile differenziare, ovvero creare un portafoglio ampio e articolato, contenente molti asset diversi. E’ quindi possibile tutelarsi contro la caduta di un token specifico, equilibrando il rendimento.

Esistono nel mondo crypto degli indici, ovvero delle entità che gestiscono l’investimento dei singoli, e possono rappresentare una prima divisione degli attivi. Ecco una foto del portafoglio di Crypto20 al 4 Ottobre 2019 (liberamente consultabile sul loro sito):

Il punto fondamentale è conoscere bene l’asset in cui si investe. Ricerca, leggi whitepaper, topics su reddit, notizie. Capisci perchè comprare Bitcoin può avere o meno senso.

Psicologia: investire in crypto è per me?

Questo è il punto cruciale quando si investe in crypto.

Grafico del Bitcoin, come sempre da coinmarketcap.

E il Bitcoin è stabile. Ipotizziamo che tu abbia investito per la prima volta, come me, a metà del 2017. Hai visto un rendimento molto buono, triplicando o più il tuo capitale nel giro di cinque mesi grazie alla bullrun. Poi vedi il mercato precipitare. Giorno dopo giorno. Come si fa a non farsi prendere dal panico e vendere tutto in perdita?

Se non si è in grado di non vendere durante un crollo, non si deve investire in crypto. I token si impennano e precipitano. E’ però interessante guardare il grafico nel lungo termine, ignorando i picchi positivi e negativi. Si tratta di un rendimento molto interessante.

Quindi, se vuoi investire in crypto, il consiglio è il seguente: considera quei soldi come persi. Non comprare e vendere. Non guardare l’andamento dei prezzi più di una volta a settimana o al mese. Proibisciti di modificare la tua posizione per tre anni MINIMO, e rivaluta dopo tre anni dove ti trovi, come è stato il rendimento, come muoverti.

Come funzionano le tasse con Bitcoin?

Qui consiglio enorme prudenza. L’articolo è stato scritto al 4 ottobre 2019, e le informazioni contenute sono accurate ad oggi. Consiglio di cercare informazioni direttamente presso la fonte primaria, e in caso di somme di denaro rilevanti di rivolgervi a un commercialista di fiducia.

I privati cittadini NON devono dichiarare né pagare tasse su cryptomonete -o, per l’esattezza, su plusvalenze realizzate sulle cryptomonete. Tuttavia, se si supera la soglia di 51mila euro per sette giorni consecutivi, sarà necessario pagare le tasse sulle plusvalenze come nel caso di una normale attività finanziaria.

È da fare un’osservazione molto importante ai temi legali. L’Italia è un paese di cosiddetta civil law. In sostanza, è necessario che una legge sia specificamente dedicata a una fattispecie. Nel caso di cryptomonete: fino a che non esiste una legge che specificamente disciplina la tassazione dei token, non è possibile che lo stato venga a chiedere soldi. La questione è all’opposto negli Stati Uniti ad esempio: il giudice ha nel loro caso molto più potere di interpretare una legge e applicarla a un caso specifico non direttamente previsto.

Disclaimer: il contenuto dell’articolo è un’opinione, e ha unicamente fini informativi. Non intende fornire consulenzia finanziaria di alcun tipo. Consulta un professionista certificato per ottenere consulenza finanziaria.

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