I problemi di Libra, la nuova cryptomoneta di Facebook

“Hai visto Libra, la nuova cryptomoneta di Facebook?”

Se hai mai condiviso il tuo interesse per blockchain con qualcuno, hai sentito questa domanda. Già hai voglia di partire prevenuto: una impresa come Facebook non può creare una cryptomoneta valida. Sono d’accordo. Ho deciso di analizzare le principali criticità di Libra in questo articolo.

Libra ha ora subito un rebranding, si chiama Diem. Date le enormi differenze, ho deciso di creare due articoli differenti per mantenere l’evoluzione. Ecco l’articolo su Diem.

Introduzione

Per prima cosa, è interessante capire cos’ha da dire Libra su Libra.

Facebook's new Libra cryptocurrency: What you need to know

Questa immagine, presa dall’account Facebook di Libra, non dice molto. Capiamo che è una moneta con l’intenzione di essere utilizzata per le piccole transazioni quotidiane e che mira ad essere una stablecoin, simile per esempio a Tether, che è indicizzata al dollaro. Questo solleva una prima domanda: perchè io dovrei mantenere nel mio portafoglio di cryptovalute una moneta che non ha potenzialità di aumentare in valore? Avrebbe senso comprarla per effettuare una transazione, non come investimento. Approfondirò questo punto più sotto.

Ho cercato qualche documento più accurato, e ho trovato questi due: il whitepaper e uno che viene chiamato documento tecnico. Tutto ciò che condivido qui sotto è tratto da questi due paper.

Il primo punto analizzato è la ragione per cui esiste un mercato per Libra. Il loro punto di vista è che le cryptomonete sono volatili, mancano in scalabilità e non riescono a raggiungere una maturità di mercato che permetta di considerarle mainstream. Inoltre, sottolineano, le transazioni finanziarie dovrebbero essere convenienti e alla portata di tutti. Fin qui, siamo d’accordo.

Le caratteristiche di Libra

Iniziano poi a spiegare in che modo funzionerà il loro token, e qui iniziano i punti di domanda. Questi i tre selling point principali:

  • Il suo valore verrà supportato da un paniere di valute e asset a basso rischio, quindi probabilmente titoli di stato a breve termine.
  • Verrà governata dalla Libra Association, un’associazione indipendente il cui ruolo rimane molto fumoso.
  • Una blockchain sicura, scalabile e affidabile. Questo fa supporre l’esistenza di una mainnet, ovvero che non sarà un token basato su Ethereum (ERC-20) nè su altre piattaforme preesistenti.

Il valore di Libra

Bene, cominciamo con i problemi. Il valore è sostenuto da un paniere di valute e titoli di stato. Ipotizziamo, per semplificare, che questi saranno euro, dollaro e titoli di stato degli Stati Uniti a un anno massimo. Si intuisce che non esisterà un processo di mining: ogni unità di Libra immessa sul mercato verrà acquistata dall’utente in cambio di un quantitativo di soldi, che verranno ridistribuiti tra euro, dollari e titoli di stato americani secondo proporzioni predefinite.

Due problemi: perchè dovremmo fidarci che così sarà? Se conoscete Tether, siete consapevoli della quantità di preoccupazioni al riguardo. Non c’è modo per verificare continuamente l’ammontare di Libra in circolazione e l’ammontare di fondi nel conto di Libra. Problema due, ancora più rilevante: cosa succede se io voglio riconvertire Libra in euro o dollari? Mi vengono restituiti i miei soldi? Non posso? Ci sono dei limiti? Considerate lo scenario in cui la gente perda confidenza nella crypotomoneta e si scateni un panico finanziario che porti tutti a venderla. Dovranno vendere molto rapidamente i titoli “a basso rischio” nel loro paniere, e nel farlo molto probabilmente soffriranno delle perdite. Restituiranno i soldi a tutti? Non è chiaro. La mia supposizione? Facebook vuole diventare una banca, raccogliendo soldi dei risparmiatori (a interessi zero) per reinvestirli in titoli con interesse maggiori di zero.

La Libra Association

Ecco una foto dei membri:

Si dice che uno degli scopi di Libra è rendere più economiche le transazioni finanziarie. Eppure, tra i soci spiccano Visa, Mastercard e Paypal – tre imprese che hanno a cuore tutto meno che questo. E quindi? Se Mastercard e Paypal guadagnano il 2% da ogni transazione, e Paypal il 5%, perchè dovrebbero volere contribuire a Libra?
Le cose diventano ancora più nebulose. Viene sottolineato che gli unici che possono creare e distruggere Libra sono proprio questi della Libra Association, che sarebbe una no-profit svizzera. Viene più avanti indicato come il profitto derivato dagli interessi sui titoli in paniere verranno, tra le altre cose, destinati a quei soci che avranno investito capitale per avviare Libra – si suppone, quindi, la Libra Association. Mi sembra un’evidente contraddizione: una no-profit non può distribuire utili ai suoi soci.

Mainnet e caratteristiche tecniche di Libra

Arriviamo ora alla parte più tecnica. Premetto che è stato estremamente difficile giungere a delle conclusioni, dato che entrambi i paper sono molto fumosi e non spiegano granchè i dettagli. Ci sono quindi alcune speculazioni e derivazioni mie, che ho esplicitato nel testo.

La prima cosa che salta all’occhio è che Libra non funzionerà, come Bitcoin e la stragrande parte dei token, su una blockchain, una sequenza di blocchi: funzionerà su un solo blocco, che verrà aggiornato continuamente con tutte le operazioni.

Promettono anonimità nell’uso della moneta (cosa che viene difficile credere, data la tendenza di Facebook a sapere tutto di noi e il desiderio comprensibile dei vari Paesi di conoscere le transazioni effettuate da una persona).

E la mainnet?

Il punto più critico: come funzionerà la mainnet di Libra? Se hai letto il mio articolo su bitcoin, saprai che esistono due principali sistemi: proof-of-work e proof-of-stake. Non sono gli unici, ma sono i più diffusi. Saprai inoltre che una blochain può essere centralizzata oppure decentralizzata. Ho fatto realmente fatica a capire cosa Libra punta ad essere, queste le mie conclusioni.

Libra sarà puramente centralizzata. Nonostante uno dei punti cardine di Libra sia la decentralizzazione (che viene ripetuta ovunque nei paper come fosse un mantra), inizialmente, la Libra Association controllerà e approverà ciascuna transazione, come succede oggi sui circuiti Visa e Mastercard. Solo i membri della fondazione avranno potere decisionale sulla direzione da prendere per il futuro.

Poche idee e ben confuse

Libra dice di volersi muovere verso la decentralizzazione, e specificamente verso la proof-of-stake. Questo viene menzionato solo una volta nel paper tecnico, quasi di sfuggita. Quasi con vergogna. Poi, per me, la frase più bella in assoluto:

We are researching options for a scheme to enable safe module updates in future versions (Technical paper, pagina 6).

Stiamo ricercando opzioni che ci permettano di migliorare in corsa la piattaforma. E sì, chiaro: la decentralizzazione suppone che il controllo venga ceduto a dei nodi, che in qualche modo si incaricano di approvare le transazioni in cambio di un vantaggio economico. Il problema è che, in questo caso, i nodi possono decidere di cambiare il modo in cui approvano e rifiutano, e tentare una fork. Questa fork creerebbe un sistema parallelo a Libra, che se guadagnasse approvazione renderebbe obsoleta la Libra originale.

Quello che stanno dicendo, quindi, è: vogliamo la decentralizzazione, però le regole del gioco le decidiamo noi, i nodi avranno diritto di voto ma non di cambiare la piattaforma. Ma la parte peggiore non è nemmeno questa, a dire la verità. “Stiamo ricercando”. Quindi, ad oggi, non hanno in mano una soluzione, nemmeno un’idea di come questo potrebbe funzionare. E quindi? Cosa mi state raccontando? Che senso aveva fare uscire adesso la notizia, creare tutto questo scalpore, senza avere non dico il prodotto pronto, ma almeno un’idea tecnicamente chiara e valida della fattibilità del prodotto stesso? È come avviare una campagna di crowfunding per un tavolo sospeso nel vuoto, e poi scrivere “Stiamo ancora cercando il modo per far levitare il tavolo”.

Transazioni per secondo: non pervenute.

Nell’idea di Libra, si vuole creare una moneta con applicazioni pressochè infinite, utilizzabile tutti i giorni per piccoli acquisti. Uno degli esempi di cryptomoneta con questi attributi è Nano. Qual è il selling point fondamentale di Nano? Il numero di transazioni per secondo. Visa dichiara una capacità di 27.000 transazioni per secondo. Immaginiamo che una piccola parte di queste vengano, come nella vision di Facebook, trasferite su Libra. Il sistema reggerebbe? Non è un caso se da dieci anni il punto fondamentale su cui si cerca di innovare nell’ambito blockchain è la scalabilità. Permettere più operazioni significa giocoforza indebolire il processo di validazione delle stesse, esponendosi per esempio ad attacchi DDOS, ovvero il bombardamento del sistema con piccole transazioni da un’entità nemica per mettere in crisi la piattaforma. Non abbiamo ad oggi un’idea di come Libra innoverà in quest’ambito.

Il team

Un altro punto complesso è la completa mancanza di un team. Uno dei punti cardine di un progetto blockchain è sapere chi lo sta progettando. Nel caso di Brave, per esempio, il CEO si è inventato Javascript e Mozilla; questo lo rende, ai miei occhi almeno, una persona che sa come muoversi nel mondo di internet. Per Libra, non sono riuscito a trovare una lista di persone che gestiranno il progetto, al di là dell’indicazione generica delle imprese che formeranno la Libra Association. Il paper tecnico è firmato da molte persone, ma alcune frasi al suo interno fanno temere il peggio:

We have started to understand the governance and equilibrium structure of a blockchain system […] (Pagina 25, technical paper).

Cosa significa che avete iniziato a capire? Chi siete? Che esperienza avete in ambito blockchain? Il paper sembra scritto da studiosi di discipline teoriche, più che da persone che abbiano una conoscenza pratica del tema blackchain.

Conclusioni

In molti hanno attaccato furiosamente Libra, con varie chiavi di lettura. L’idea generale all’interno del mondo blockchain è che un incumbent, ovvero un leader del mondo finanziario attuale, non potrà mai innovare. Cercherà solo il suo profitto. Io ho cercato di essere oggettivo nella mia analisi, e queste sono le criticità che ho riscontrato:

  • Manca totalmente la spiegazione di come Libra diventerà decentralizzata senza che questo implichi una perdita di potere sulle regole del gioco
  • Non è specificato come la moneta potrà sopportare le piccole transazioni giornaliere di cui si vuole occupare.
  • Non è chiaro perchè una persona dovrebbe comprare e mantenere nel suo portafoglio Libra, anzichè pagare in euro o in dollari, dato che non è un investimento. Un sistema di cashback globale che coinvolga tutti i partner dell’Association aiuterebbe molto, ma sarebbe un investimento colossale che non genererebbe nessun ritorno per loro.
  • Come si deciderebbe e cambierebbe la composizione del paniere di valute e titoli a basso rischio che assicurerebbero il valore di Libr?
  • Non è chiaro come e quando (né se!) si potrà riconvertire Libra in valuta fiat, e come si gestirebbe un eventuale panico.
  • Non si capisce chi sia il team, e si intuisce che non abbiano troppa esperienza pratica con blockchain
  • Perchè Visa, Mastercard e Paypal dovrebbero o vorrebbero supportare un token che, se avrà successo, le renderà totalmente obsolete?

Cosa ne penso di Libra

Il mio giudizio sintetico è fortemente negativo. Mi sembra che abbiano tantissimi dubbi ancora da chiarire, e che al momento manchi totalmente la parte tecnica del progetto. Quello che Libra sembra ad ora è niente di più che una “in-game currency”, simile a quelle presenti in molti videogiochi da cellulare.
Sono anche contrario a chi pensa che Libra sia positiva per l’ecosistema blockchain: se Libra fallirà, l’impatto su Bitcoin eccetera sarà devastante. La mia speranza, come persona interessata ed appassionata al mondo delle cryptomonete, è che tirino fuori un prodotto accettabile o si facciano da parte. Questi annunci colossali creano instabilità, creano nervosismo, mettono a rischio la credibilità di progetti seri, gestiti da persone che ne sanno a pacchi e che realmente vogliono rivoluzionare il mondo. Questo progetto non sembra nient’altro che l’ennesimo tentativo di un colosso in difficoltà di trovare altre fonti di guadagno e altri modi positivi per andare sui giornali, in mezzo ai tanti scandali di cui sono recentemente stati al centro.

Disclaimer: il contenuto dell’articolo è un’opinione, e ha unicamente fini informativi. Non intende fornire consulenzia finanziaria di alcun tipo. Consulta un professionista certificato per ottenere consulenza finanziaria.

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1 commento su “I problemi di Libra, la nuova cryptomoneta di Facebook”

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