Gli smart contracts di Cardano sono l’ultima innovazione di uno dei più seguiti token sul mercato. Nonostante le grandi aspettative, sembra che l’accoglienza sia stata tiepida, a dir poco. Alonzo, l’hard fork appena implementata, permetterà in teoria di sviluppare dApps su ADA, come ad esempio applicazioni DeFi e NFT. Ma ne vale la pena?
Cos’è Cardano?
Cardano è una blockchain che è stata progettata da Hokinson, uno dei fondatori di Ethereum. Da sempre, Cardano ha fatto leva sulla sua progettazione accademica: tanto la blockchain come i suoi sviluppi sono pubblicati da accademici su giornali peer reviewed. Questa sua peculiarità ha dato a Cardano una certa reputazione agli occhi di una parte del mondo crypto, mentre altri lo considerano un dinosauro incapace di rivoluzionare realmente questo mondo. Potenzialmente, un processo del genere rende qualunque correzione urgente impossibile.
Cardano si basa sul suo token ADA, stabilmente tra i 5 più grandi sul mercato. ADA permette transazioni per secondo più elevate rispetto ad ETH e BTC. Inoltre, punta ad essere scalabile e a funzionare come ponte tra le blockchain. L’interoperabilità è uno dei fattori più seguiti in questa generazione di blockchain, con token come ad esempio Polkadot che ne hanno fatto il punto di forza.
Non mi dilungo oltre su Cardano, ma in questo articolo ne parlo più nel dettaglio.
Smart Contracts di Cardano: cos’è Alonzo
Gli smart contracts di Cardano sono stati resi possibili dall’hard fork Alonzo, annunciata il 12 Settempre 2021.
Questo sviluppo ambisce a permettere la creazione di Smart Contracts, ovvero linee di codice più o meno complesse che permettono di realizzare operazioni automatiche e più complesse del semplice invio di token. Gli smart contracts sono alla base, tra gli altri, di Ethereum (il leader di mercato incontrastato), di BSC e di Polygon, oltre a una sfilza di altri progetti più piccoli. Sono necessari ad esempio per lo sviluppo di dApps di Finanza Decentralizzata.
Storicamente, la finanza decentralizzata è appannaggio di Ethereum. Binance Smart Chain è riuscita ad erodere rapidamente il mercato, grazie alle sue commissioni di transazione molto inferiori rispetto a Ethereum.
La DeFi è un esempio da libro di testo di mercato oligopolico, o anche monopolico: gli sviluppatori hanno interesse a sviluppare le loro applicazioni per la blockchain di maggior successo, e questo a sua volta fa sì che questa blockchain acquisisca maggior successo. Un esempio sono i sistemi operativi per cellulare: solo iOs e Android, per quanto in molti altri ci abbiano provato. Per agevolare gli sviluppatori, gli Smart Contracts di Cardano sono stati costruiti in modo da essere retrocompatibili con EVM (Ethereum Virtual Machine).
Smart Contracts di Cardano: i problemi di Alonzo
Alonzo ha alcuni problemi fondamentali che rendono la sua implementazione lenta e problematica.
Innanzitutto, come in molti hanno segnalato, Alonzo in questo momento non supporta le transazioni contemporanee, fondamentali per la DeFi. Questo fa sì che per ora Cardano possa essere usata solo con contratti piuttosto semplici, fondamentalmente inutili.
In secondo luogo, il desiderio di far sì che sia tutto peer-reviewed rende i tempi di reazione piuttosto lenti. Introdurre un’innovazione richiederà sempre un tempo più lungo rispetto alle altre blockchain, e si perde l’elemento novità.
Infine, qual è la posizione di Cardano? Abbiamo Ethereum che ambisce ad essere decentrato (possiamo parlare della reale decentralizzazione di Ethereum per mesi, ma questa è l’idea che vogliono trasmettere); abbiamo BSC che promette invece basse commissioni e un’infinità di cloni di qualunque applicazione esistente su Ethereum, o quasi. Cosa offrirà Cardano di migliore, o di differente?
Il mercato, dopo la grande attesa per il rilascio di Alonzo, lo ha accolto con un calo piuttosto netto.