il futuro degli NFT

Il futuro degli NFT: avranno utilità? Un’opinione

Il futuro degli NFT è un argomento poco dibattuto. Tutti, infatti, sembrano preoccuparsi del loro valore di oggi, e del fatto che abbiano o non abbiano un’utilità -in questo momento. Questo, a mio parere, non è il punto cruciale: è più importante domandarsi quale possa essere il futuro degli NFT.

Gli NFT, Non Fungible Token, sono dei token unici, o quantomeno limitati. Questo significa che, a differenza ad esempio di Bitcoin (dove ogni Bitcoin è esattamente identico e intercambiabile con l’altro), ciascun NFT è unico.

Ad oggi esistono già molti tipi di NFT, e ciascuno ha un’utilità (teorica e/o dichiarata) specifica.

Il futuro degli NFT: quanti tipi ne esistono?

Esistono vari tipi di NFT. In fondo, un NFT altro non è che un file, e come file può rappresentare un’immagine, una stringa di testo, un audio, un video e molte altre cose. (Più specificamente, l’NFT non è il file stesso, ma un certificato di autenticità di quel file, che dimostra e traccia la proprietà del file a cui è connesso. Il file è tecnicamente hostato al di fuori della blockchain, perché sarebbe troppo pesante).

In generale, però, possiamo dividere grossolanament e gli NFT in base alla loro funzione. Queste sono: collezionismo, metaverso, arte o domini web. Quest’ultima categoria, quella dei domini web, è leggermente diversa e più particolare; del web decentralizzato parliamo in questo articolo.

Collezionismo, metaverso e arte sono a mio parere le categorie più rilevanti. Ci sono ovviamente molte connessioni tra loro, e spesso un singolo NFT o categoria può rientrare dentro più di una definizione; ma è utile separarle, in modo tale da avere una maggiore chiarezza.

Collezionismo

Gli NFT legati al collezionismo hanno semplicemente la funzione, appunto, di essere collezionati. Questo non è un hobby differente da altri estremamente popolari, come la numismatica e la filatelia o, in tempi più recenti, le carte dei Pokemon o di Magic.

Nel collezionismo agiscono due fattori fondamentali: il desiderio di possedere oggetti (che è insito nella nostra società), e una certa speranza che questi oggetti non perdano valore, e magari aumentino.

Il collezionismo di un determinato bene o brand è a tutti gli effetti un mercato, dominato da domanda e offerta. È per questo che magari una banconota con un errore di stampa o una vettura d’epoca particolarmente rara sono preziose: in tanti le vogliono, ma ne esistono poche.

Metaverso

Gli NFT legati al metaverso sono quelli che hanno a che fare con la definizione dell’identità della persona. Alcuni esempi sono gli NFT che vengono usati come foto profilo, come i Cryptopunks, o quelli che hanno a che fare con il modo in cui si appare.

Il metaverso è la teoria che la nostra identità si sposterà sempre più su internet, e questi NFT assolvono lo stesso compito di vestiti di marca, auto di lusso o simili. È quello che si chiama consumo aspirazionale: acquistare prodotti da cui si vuole essere rappresentati. Si può condividere questo modo di fare o no, ma è una forza fondamentale in molti mercati di beni di lusso.

In questo caso, l’utilità in senso stretto viene meno, e quello che importa è l’apparenza, il valore che ci danno agli occhi degli altri.

Arte

L’ultima categoria è quella degli NFT comprati semplicemente perché belli. Esattamente come una persona decide di acquistare un quadro o una scultura, può comprare un NFT -a patto che vederlo su uno schermo anziché fisicamente sia sufficiente.

Anche qui, l’utilità in senso stretto non esiste, ed è guidata dal piacere di ammirare l’opera che si possiede. Spesso è anche qui un acquisto da esibire, e anche qui può esserci una speranza di aumento di valore; ma la ragione fondamentale dietro l’acquisto è principalmente la bellezza.

Il futuro degli NFT: a cosa servono? A cosa serviranno?

Come abbiamo visto, il presente degli NFT ha principalmente a che fare con il desiderio di apparire, di collezionare, oppure di ammirare. È ovviamente possibile che in futuro emergano ulteriori nicchie e categorie, o che alcune di queste spariscano progressivamente.

Il punto è che tutte queste categorie sono forme di consumo edonistico: non necessario, superfluo. Come comprare delle scarpe di marca: in fondo si potrebbero comprare al mercato, a un ventesimo del prezzo, con la stessa identica funzione; quindi non esistono scarpe di marca, vero?

Il fatto che gli NFT vivano digitalmente vincola, ovviamente, la loro utilità a un maggiore utilizzo e a una maggiore importanza della rete nelle nostre vite. Per quanto questo sia un punto di domanda (e non avverrà per tutte le generazioni allo stesso modo), è un’ipotesi non assurda. E in fondo, il fatto che oggi un’opera d’arte fisica abbia un valore dipende dall’ipotesi implicita che la vita non si trasferirà completamente sul digitale nel futuro.

Insomma: l’utilità in senso stretto, quella funzionale, non è fondamentale perché un prodotto abbia un valore (economico).

E quindi? Quindi, il problema è il prezzo

Quando leggiamo un articolo che parla di NFT in modo critico, l’angolo è sempre lo stesso: guardate ‘sti pazzi, che hanno comprato un file centinaia di migliaia di dollari. Guarda, faccio click destro e lo salvo sul desktop, è la stessa cosa!

Bene. Ipotizziamo che un Cryptopunk, anziché valere centinaia di migliaia di dollari minimo, valesse €1. Quel discorso varrebbe lo stesso? Oppure il certificato di autenticità e possesso di un oggetto limitato e ambito vale almeno €1?

Perché il bivio è quello: o un oggetto ha un valore nullo, oppure ha un valore positivo. Ipotizziamo che io non sia interessato ai libri d’epoca, ma trovi un volume bellissimo a una cifra molto ridotta. Pur non essendo quello che mi interessa, per me vale quella cifra.

Se il valore di un NFT è quindi positivo, tutto il nocciolo del problema sta nel fatto che in molti pensino che i valori attuali siano eccessivi. Non dico che abbiano torto, per carità: non possiedo alcun Cryptopunk, né altri NFT con valutazioni simili. Ma diciamo anche che abbiano ragione, e il prezzo corrente sia 100, 1000 volte più alto di dove dovrebbe essere, e che il mercato si correggerà nel futuro.

Una volta raggiunto il punto di equilibrio reale, sotto a quel valore non scenderebbe. Anche se quel valore fosse una frazione molto piccola di quello corrente. L’esplosione di prezzi avvenute su marketplance come Opensea non è rilevante, se non per chi li aveva comprati quando costavano poco e ci ha guadagnato i miliardi.

il futuro degli NFT: cryptopunks
Al momento in cui scrivo, non ci sono Cryptopunks in vendita. Fonte: Opensea

Conclusione: qual è il futuro degli NFT?

Non sono personalmente un grande fan degli NFT, perché non sono un fan dei prodotti che non hanno utilità. Non mi piace comprare vestiti firmati, né beni di lusso. Colleziono alcuni oggetti perché mi piacciono, ma non sono interessato a investirci sperando in un ritorno.

Ma capisco che esiste un mercato potenziale e teorico per il consumo edonistico, per gli acquisti senza utilità funzionale.

E, di conseguenza, mi sembra che il tema dell’utilità nel campo degli NFT si deve trasferire a un campo puramente economico. Il certificato di unicità di un file è qualcosa che, per qualcuno, può avere un valore economico? Sì. Di conseguenza, e questo è un mio parere, gli NFT hanno utilità, anche oggi, e la avranno di più in futuro se ci si sposterà ancora di più verso un mondo digitale.

Ciò non significa che i prezzi di oggi siano giusti. Potrebbero essere tremendamente sopravvalutati, o sottovalutati. Non lo so io e non lo sa nessuno.

Disclaimer: il contenuto dell’articolo è un’opinione, e ha unicamente fini informativi. Non intende fornire consulenzia finanziaria di alcun tipo. Consulta un professionista certificato per ottenere consulenza finanziaria.

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